Nel febbraio 2005 dall’incontro tra l’artista visuale Annina di Oronzo, il perfomer e videomaker Marco Bedini dello storico gruppo tecno-punk-cabaret Gronge e il Centro di Ricerca dei Luoghi Singolari è nato il progetto occuparespazinterni (OSI). OSI si è presentato fin dall'inizio come un network molto esteso di artisti, performer, musicisti, pensatori, videomaker, architetti, fotografi, scrittori e poeti il cui obbiettivo era di far collidere spazio pubblico e spazio privato, portando eventi complessi e radicali negli appartamenti. Si tratta del primo movimento italiano che ha utilizzato gli spazi privati come luoghi di eventi del genere, si trattava di concerti, prime di film, spettacoli teatrali e di danza, reading poetici, costruzione di atmosfere. Tutti gli spazi delle case che hanno ospitato un evento OSI - cucine, camere da letto, salotti, bagni, ingressi, ripostigli, scale, corridoi, armadi, docce... - divenivano luoghi in cui doveva accadere qualcosa e, per permettere a tutti di partecipare, spesso alcuni spettacoli venivano ripetuti ogni 15, 30 0 60 minuti. Inoltre venivano prodotte delle mappe con localizzati tutti gli accadimenti e gli orari, di modo che in uno spazio sovraffollato e ri-articolato dagli artisti il pubblico non rischiasse di perdersi qualcosa. Qui troverete uno dei manifesti di OSI scritti allora, quello redatto dal Centro di Ricerca dei Luoghi Singolari.

performance

Manifesto di occuparespazinterni

a cura di CRLS

Esterno/interno

Lo spazio pubblico arretra, scompare lentamente dalle mappe, e con esso gli spazi disponibili per la creazione di eventi culturali e artistici. In questa situazione le case diventano un territorio artistico ancora da esplorare. L’arte riconquisterà lo spazio pubblico a partire dallo spazio interno, uno spazio di cui OSI produrrà le prime inedite cartografie.

Sinergia tra le arti

 Arte visuale tattica, network di sculture, costruzione performativa di ambienti, teatro mimetico, danze della sparizione, musica electro-domestica, guerrigliamarketing, cartografie etnografiche dei luoghi singolari: si tratta di innescare una sinergia tra tutte le arti.

L’urbanistica dei luoghi residui

 OSI invita a scoprire e frequentare quei luoghi residui che rimangono dalla collisione del pubblico col privato, e generare un po’ di quella poesia che si ritrova nelle feste. Il desiderio di popolare questi luoghi residui comincia a farsi sentire qua e là e auspichiamo una loro moltiplicazione che ridisegni lo spazio sociale della metropoli. Le persone presenti agli eventi osi  saranno invitate a contraccambiare, aprendo a loro volta le proprie case, lasciando che il proprio spazio interno sia occupato dall’arte e dalla musica.

La tensione antropologica dell’abitare

 Le differenze nelle arti presenti negli eventi OSI trovano il loro momento unitario nella tensione antropologica allo spostamento dei limiti abitudinari dell’abitare. Le case non sono solo cucina, bagno, salotto e camera da letto, le case hanno delle potenzialità che solitamente non vengono contemplate da chi le abita. Si tratta di mutare le forme stesse dell’abitare in un’esperienza più ricca che preveda nuovi scenari per la progettazione architettonica e per l’immaginario sociale. Si tratta di innescare un divenire-poetico dell’abitare: lo si può ritrovare nelle feste, in quei momenti oggi paradossali in cui il privato diviene pubblico, in cui le case si aprono agli amici, in cui le rubriche dei telefonini, come per magia, si materializzano.

Lo spazio e l’evento

Oggi chi organizza happening, mostre e concerti è considerato un “ideatore di eventi”, spesso però queste iniziative non mettono in discussione il continuum microfisico della vita quotidiana. Non c’è un evento vero e proprio che spiazzi la struttura dello spazio e che in questo modo lasci  prefigurare la produzione di nuovi luoghi. OSI vuole realizzare eventi che spezzino delle abitudini, in modo che ogni angolo della casa venga reinterpretato, aprendo visuali differenti sugli spazi che quotidianamente sono abitati secondo automatismi e routine. Invece che chiamare un designer per farsi riarredare la casa, si può chiamare Osi per rimodulare la percezione stessa che si ha del proprio spazio. La camera da letto diviene un teatro, il salotto un cinema, la cucina un palco per concerti, l’ingresso un bar, il ripostiglio un angolo di bosco e la doccia un luogo d’incontri. La conoscenza dello spazio rende necessario produrre questi eventi, si tratta di imparare ad abitare la distopia per aprire nuovi spazi abitabili nella vita  quotidiana.

 I rischi della collisione

 “Il rischio di aprire casa è conosciuto, il piacere di aprire casa è sconosciuto” (Marco Bedini)

 Guerrigliamarketing

Non lasceremo unicamente al caso il diffondersi delle occupazioni degli spazi interni, così abbiamo deciso di promuovere un’iniziativa a lungo termine:”You-topia. L’avanguardia a casa tua”. Chiunque voglia occupare il proprio spazio interno potrà, contattando la nostra agenzia di comunicazione di riferimento guerrigliamerketing.it, ricevere comodamente a casa propria una serata completa di concerto, esposizioni di foto o opere d’arte, video, istallazioni e performance, con un’ampia scelta di generi. Nel pacchetto che proponiamo è previsto anche l’intervento di un pubblico specializzato che saprà apprezzare la vostra serata.

Avanguardia e utopia

 OSI è anche un modo per cambiare la direzione tradizionale dell’arte d’avanguardia, la quale solitamente è costretta a portare oggetti della vostra vita quotidiana nelle gallerie per poi farveli vedere sotto una nuova luce, non ci sarà più bisogno di tutto questo, la vostra stessa casa sarà trasformata per un giorno in una preziosa opera d’arte. Il desiderio che avete sempre avuto di un momento di utopia sarà realizzato. Finalmente richiedendo un evento OSI a casa vostra avrete l’occasione di abitare la vostra personale utopia.

Ricerca di nuove forme di espressione

Gli artisti che fanno parte del network di OSI non sono alla ricerca di nuovi modi d’espressione, li hanno già trovati e aspettano solo che apriate le vostre case