Parcel V trovandosi all’incrocio tra Market Street e Octavia Boulevard produce una doppia dinamica: da un lato funziona da connessione tra il tessuto già storicizzato e il nuovo boulevard e dall’altro introduce allo spazio di quest’ultimo. Si tratta di pensare a un edificio che per le sue caratteristiche sia come una coordinata a partire dalla quale orientarsi e ritrovarsi: un territorial mark.

san francisco, octavia boulevard design competition, vista su Market st.

TRANSIT AS YOU ARE. Parcel V trovandosi all’incrocio tra Market Street e Octavia Boulevard produce una doppia dinamica: da un lato funziona da connessione tra il tessuto già storicizzato e il nuovo boulevard e dall’altro introduce allo spazio di quest’ultimo. Si tratta di pensare a un edificio che per le sue caratteristiche sia come una coordinata a partire dalla quale orientarsi e ritrovarsi: un territorial mark. Tanto che una persona che cercasse il nuovo boulevard lo individuerebbe immediatamente attraverso il nostro lotto, o chi volesse aiutarla ad orientarsi avrebbe a disposizione un punto di riferimento ideale proprio in esso. Al nuovo boulevard vi si accederebbe non aggirando l’edificio ma attraversandone il piano terra. Il nostro piano terra non è pensato per configurarsi come un limes, come una linea o un confine (border, grenze) che produca una dura discontinuità sia tra strada e edificio, tra pubblico e privato, tra esterno e interno, sia tra Market Street e Octavia Boulevard, ma come un limen o soglia (threshold), uno spazio che favorisca il transito lento e l’incontro. La soglia infatti è una zona e non una linea (W. Benjamin), è per questa sua qualità che il nostro spazio può divenire un’ambiance frequentabile dove siano possibili riti di passaggio. Il rito di passaggio qui va inteso nel suo senso originario (A. Van Gennep), in quanto transito materiale da un’atmosfera all’altra di cui sia godibile lo scarto, transito che viene facilitato attraverso una zona liminare. Assorbendo la discontinuità il microcosmo rappresentato dal piano terra favorisce con molta naturalezza sia il passaggio da Market street a Octavia Boulevard, sia dall’esterno all’interno. I negozi, le scale, le passerelle, i parcheggi per le biciclette e gli ingressi al residenziale organizzati intorno alle corti con giardino concorrono a creare questa zona liminare.

NUOVE TIPOLOGIE Il progetto nasce dalla necessità di rispondere alla richiesta di ottimizzazione della quantità di appartamenti, della loro varietà e della flessibilità dei moduli. L’edificio si sviluppa per quattro piani fuori terra, nel primo tratto partendo da nord, e poi per cinque nella parte restante fino a Market Street. Abbiamo deciso di combinare insieme diverse tipologie di appartamento, partendo da un triplex sulla testata nord e articolando simplex  e duplex lungo tutto il resto dell’edificio. Gli appartamenti si distribuiscono con un ritmo modulare regolato dalle scale: A-S-A (appartamento-scala-appartamento). Possono essere in alcuni casi uniti tra di loro, a due a due, per generare nuovi tagli di appartamento. Fino a divenire nella testata sud una nuova tipologia che combina la funzione residenziale con quella lavorativa: Working At Home (WAH). Le unità WAH si raccolgono intorno alla corte più grande rispondendo ad una emergente necessità nel mondo contemporaneo di ricavare uno studio dentro la propria casa. L’unità WAH è composta da una prima parte dove si può organizzare un piccolo studio, e una seconda parte, più interna, privata, dove si possono svolgere le proprie attività quotidiane. Questi ambienti di lavoro sono a volte molto piccoli e raccolti, ma in altri casi crescono fino al punto di diventare veri e propri complementi delle abitazioni, mostrandosi all’esterno come filiazioni della testata. I sistemi di accesso agli appartamenti tradizionali sono garantiti da tre scale e i relativi ascensori che partono dal pianoterra, ai quali si accede da Octavia boulevard, mentre le unità WAH sono servite da scale e ascensori alle quali si accede da Market street. Un ballatoio corre da Haight street fino a Market street sul fronte est dell’edificio, questa passerella collega per il mezzanino tutti gli ingressi. Ciò permette di poter entrare sia agli appartamenti che alle unità WAH da tutti e tre i fronti stradali.

SET IN CONTEXT L’edificio si regge su una struttura modulare in C.A., di cui sono visibili i pilastri e i setti murari al piano terra. La modulazione dei pilastri determina le corti, i vani scala e il taglio degli appartamenti ai piani superiori. L’edificio s’impianta sul lotto V occupandone gran parte con il suo volume, solo una sottile intercapedine di otto/nove piedi lo separa dal confine est. Questa intercapedine secondo un preciso ritmo si insinua in alcuni punti all’interno dell’edificio per creare corti (rearyard) di diverse profondità. Fino ad arrivare ad una più grande in testa, che rappresenta una pausa o un respiro nel progetto. Le corti sono pensate come microcosmi dove attorno ad un nucleo verde (green core) si possono articolare relazioni e passeggiate: i piccoli negozi, le aree di sosta, gli specchi d’acqua, i parcheggi per le bici e i percorsi pedonali. Ai piani superiori le corti servono invece a dare luminosità e ventilazione agli appartamenti sul lato est. Per un avventore che si trovasse su Market Street l’edificio apparirebbe con un fronte compatto rivestito in pietra, scavato dalle finestre e sollevato da terra da esili pilotis. Sul lato est una scala a vista, in acciaio e vetro, si inerpica su fino a servire l’ultimo piano. Sotto questo volume lapideo, compatto, sono agganciati i suggestivi ambienti delle unità WAH. A piano terra un sistema di rampe e scale dà accesso al microcosmo sottostante. Per chi invece voltasse l’angolo, imboccando Octavia Boulevard, l’edificio mostrerebbe l’involucro che riveste la pietra, una lunga cortina in brise-soleil ligneo su tutto il fronte ovest, che genera una cortina omogenea ma continuamente in cambiamento in quanto chi abita l’edificio la riconfigurerebbe secondo molteplici combinazioni. La facciata non ci descrive solamente di quello che c’è all’interno, ma ne imita il disegno concettuale: la cortina in legno con tutte le sue possibili configurazioni è l’immagine estetica della flessibilità delle tipologie interne e della varietà delle forme di vita che vi prosperano.

Percorsa tutta Octavia boulevard si raggiunge l’incrocio con Haight street, qui l’edificio si conclude con il triplex e un prospetto cieco, si tratta della coda di questo sistema architettonico: un punto sul fraseggio del progetto.