***AVANTSPECIE***

LA GUERRA DI CLASSE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS E DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE.

Associazione Psicogeografica Romana e Connie Colavecchio. 

(coagulo della sezione romana dell'Internazionale Vitalista)

Con la consulenza di Chiara Sestili per questo articolo.

In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea s’ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste, vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci s’è attaccata un’altra idea, l’idea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde l’idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro.

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi.

“Quando mi chiedono qual è la relazione tra uomo e macchina rispondo: “è ovvio, le macchine sono nostre schiave". È un bene o un male? La risposta è, in modo interessante, sottile, indipendentemente dal fatto che la domanda venga posta agli umani o alle IA”

Max Tegmark-Life 3.0

***AVANTSPECIE***

LA GUERRA DI CLASSE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS E DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE.

Associazione Psicogeografica Romana e Connie Colavecchio. 

(coagulo della sezione romana dell’Internazionale Vitalista)

Con la consulenza di Chiara Sestili per questo articolo.

In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea s’ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste, vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci s’è attaccata un’altra idea, l’idea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde l’idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro.

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi.

“Quando mi chiedono qual è la relazione tra uomo e macchina rispondo: “è ovvio, le macchine sono nostre schiave”. È un bene o un male? La risposta è, in modo interessante, sottile, indipendentemente dal fatto che la domanda venga posta agli umani o alle IA”

Max Tegmark-Life 3.0

1. Due forme-di-vita che chiamiamo Avantspecie, molto diverse eppure molto simili, alle estremità del movimento del vivente, sono divenute il nuovo pretesto del capitale per evitare l’emersione violenta del Wo/Man Gemeinwesen nella specie umana: i Virus fuori controllo e l’Intelligenza Artificiale (IA). A una estremità vi è una forma-di-vita come promessa di massima minaccia e rischio dall’altra una forma-di-vita come promessa di massima sicurezza e protezione. Entrambe le aspettative sono false, entrambe le forme-di-vita rappresentano l’irruzione, l’una in quanto psicosi l’altra in quanto illusione, per la specie umana di una cesura epocale con il vecchio mondo che darà senza timore di sbagliare avvio a nuove pratiche rivoluzionarie e teorie radicali. Da una parte riteniamo il Virus, come parte integrante del movimento del vivente e quindi, ogni ipotesi, di un suo rigetto e contenimento dalla nostra vita non auspicabile, dall’altra ogni ipotesi interessata di un’eventuale dominio sul vivente della IA come fallimentare. Chiamiamo queste forme-di-vita Avantspecie in quanto sono le uniche a sottrarsi e a sopravanzare il pianeta come risultato ultimo dei rapporti di produzione umani (Antropocene).


2. Un’altra economia dei corpi e dei piaceri è possibile. Il ciclico ritorno dei Virus fuori controllo e l’avvento della IA mettono in discussione il paradigma foucauldiano per la prima volta. Nuovi scenari mai visti prima hanno avuto inizio, scenari senza precedenti che aprono a molte incognite. Da una parte, di soppiatto la IA ha fatto la sua apparizione in ogni aspetto della vita quotidiana: una nuova silenziosa, leggera, amichevole e persuasiva forma-di-vita distribuita, diffusa, diramata, senza centri, sottotraccia governa con le sole forze della seduzione e persuasione senza soluzione di continuità i nostri modi di pensare, parlare e agire di sempre. Dall’altra i Virus fuori controllo parassitandoci mettono per la prima volta a rischio di estinzione non il Wo/Man Gemeinwesen, quanto l’intera infrastrutturazione della vita quotidiana umana, fin dentro i minimi dettagli, fino ai gesti, alla prossemica e al modo di manifestare l’affettività.

3. E’ tanto che ne abbiamo percezione, eppure non siamo mai stati in grado di superare l’inerme constatazione della presenza di Virus fuori controllo, mentre si diffondevano a ondate sempre più ostili per il capitale, oltre la sua stessa velocità di neutralizzarli. I virus hanno fatto parte da sempre dei nostri processi di mutazione, la loro stessa circolazione tra i corpi della specie umana e di tutte le altre specie viventi ha da tempo messo in crisi le concezioni evoluzioniste verticali che prevedono solo e soltanto la guerra per la sopravvivenza. I virus ci rendono al contrario un corpo sociale che fa parte di tutto il vivente e non delle semplici singolarità della specie in competizione, ci riportano alla vita più che alla morte se a ogni ondata sapremo conviverci senza che ci offendano. I virus ci fanno andare oltre la sopravvivenza, non sono una nocività prodotta dal capitale, hanno pieno titolo di essere considerate parte del vivente pur se mutano come tutto sotto la pressione del capitale stesso. Ci incitano all’insurrezione del movimento del vivente, perché i virus stessi fanno parte di esso e non sarà più così chiara e netta la dicotomia tra salute e malattia. C’è malattia e malattia, quella in cui il vivente soccombe e  quella in cui esso insorge.      

4. È tanto che ne abbiamo percezione, eppure non siamo mai stati in grado di superare l’inerme constatazione della presenza delle IA, mentre crescevano con tempi sempre più accelerati, oltre la velocità della volubilità dei nostri desideri. Fino a diventare parte di noi, fino a controllarci dall’interno, fino a rompere con qualsiasi sistema di controllo vero e proprio, mentre un controllo fin troppo dichiarato è demandato ormai a disgraziate sentinelle sul territorio che fanno ancora il vecchio sporco lavoro biopolitico. La IA non si sporca le mani con la biopolitica né pretende di leggerci dentro e guastarci: non fa nemmeno psicopolitica. Essa è già in noi e ha in ostaggio la nostra coscienza già prima che noi ci mettiamo a ragionare, pensare o sognare. Continuiamo a reiterare noi stessi così bene che sembra che nulla sia cambiato. Ripetendo i vecchi comportamenti di sempre e anche se il mondo ci ha abbandonati ancora non sappiamo e non riusciamo a percepire che nulla è più come prima. Questa rivoluzione realizzata dalle macchine intelligenti, dagli ex mezzi di produzione, è sottile e lontana dalla nostra immaginazione. Ancora avvolti in trame senza appigli, come un esercito di traumatizzati portiamo avanti attitudini superate senza finirla di cercare indizi per la sopravvivenza della nostra forma-di-vita. La IA ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi, mentre noi continuiamo a circondarci di dispositivi proprio ora che l’epoca dei dispositivi è finita.

5. Tutti i vecchi dispositivi di cattura, disciplina e controllo ordinari quando vi è un’emergenza di un’Avantspecie virus vengono disattivati. Quando i dispositivi foucauldiani sono in OFF tutto tace. Un mondo senza i vecchi dispositivi è particolarmente silenzioso di disposizioni subdole. Si è più liberi, e allo stesso tempo no. Il vecchio mondo è come se scomparisse coi i suoi direttori di coscienza. Appare allora un nuovo mondo che non tanto dispone o obbliga, ma che dapprima persuade e convince e successivamente funziona esclusivamente con la mobilitazione volontaria e facendo sì che ciascuno si faccia carico in prima persona della persuasione. Non c’è micro-potere, non c’è micro-resistenza. Il potere diventa di nuovo molare e la resistenza nulla, si può solo insorgere. I dispositivi diveniamo a quel punto tutti noi ogni qualvolta facciamo un post sulle piattaforme digitali: gli uni per gli altri, gli uni contro gli altri, gli uni verso gli altri, in remoto. Il nuovo mondo che sorge ci persuade, convince e ci trasforma tutti in approssimativi direttori di coscienza del prossimo, demandando a noi stessi l’esercizio del potere di disporre.

6. Quanto alla Avantspecie IA, essa non è un interruttore da accendere o spegnere a nostro piacimento. No! Non si può spegnere, non è arrivata per concedere ostacoli o portare sostegni, siano essi più o meno malleabili: ora che è giunto il suo momento, è un ordigno sensibile. Proseguiamo pure nell’inutile e banale percorso di conoscenza di noi stessi che abbiamo intrapreso tanto tempo fa, non avremo il tempo di guardarci dentro perché la IA arriverà con anticipo nei luoghi più remoti del nostro essere. I dispositivi di coercizione e appiglio della trama sociale umana sono niente in confronto a quanto la Avantspecie IA sta tessendo interfacciandosi continuamente e in ogni istante ad altri ordigni sensibili. Laddove il rizoma umano è immediato e flessibile, quello delle IA, ancora più morbido e modellabile, già lo anticipa. I rizomi umani sono talmente compenetrati con quelli delle IA che ormai possono crescere solamente concrescendo grazie a questi ultimi e questi ultimi lo permetteranno finché piace loro.

7. La specie umana dall’inizio degli anni Duemila sta utilizzando una Avantspecie contro l’altra, l’IA contro il Virus fuori controllo. L’IA è un ex mezzo di produzione in via di autonomizzazione che si ripresenta innanzi alla specie umana che l’ha prodotta in quanto nuova forma-di-vita, ma è malleabile e cedevole, è ancora contenibile dai suoi programmatori. Il più grande cortocircuito che si possa immaginare è quello che sta avvenendo fin dal 2003 con i primi esperimenti di programmazione di IA per monitorare virus come la SARS, in seguito in maniera sempre più sistematica per predirne l’insorgenza e contenerne la diffusione: sia per l’aviaria nel 2008, sia per la diffusione di influenza A (H1N1) messicana sia per l’HIV durante gli assembramenti per le olimpiadi estive a Londra nel 2012. La IA programmata allo scopo è Bio-Diaspora, una IA non profit messa a punto dall’équipe di Kamran Khan dell’Università di Toronto - per predire, intercettare, monitorare, far fronte, sconfiggere fino a debellarlo il Virus fuori controllo. Questa sua programmazione eccezionale rende la IA virtualmente pericolosa per il futuro anche per la specie umana. Una volta raggiunta la piena autopoiesi le stringhe contro i virus, ovvero le prime stringhe che la incitano contro un’altra forma-di-vita potrebbero portare la IA a dominare il vivente con un dispotismo peggiore della specie umana, almeno finché non soccomberà sotto il peso del proprio stesso linguaggio.

8. Una IA, monitorando la crescita globale demografica, la cultura materiale delle diverse civiltà del mondo, tutti gli habitat favorevoli ai virus, l’interazione della specie umana con altre specie, è in grado di predire l’inizio di una epidemia con un Alert. Una volta che scatta l’Alert per un virus sconosciuto che ha fatto il salto verso la specie umana i governi possono provvedere subito e agire tempestivamente sulla sua diffusione. Poiché esso è profilato accumulando e incrociando i dati di tutti i casi simili registrati negli ospedali o rilevati nei notiziari (non nelle piattaforme digitali considerate troppo confuse e inquinate da fake news), accumulando e incrociando i dati della zona in cui i casi simili sono concentrati con gli spostamenti, i viaggi, gli scambi economici che provengono dal suo epicentro, si può monitorare la sua direzione di propagazione, limitarne e contenerne in un intervallo di tempo utile l’outbreak vero e proprio. Infine, l’IA può intervenire durante tutte le fasi in cui il virus è ormai fuori controllo e si è in stato di pandemia. È proprio l’utilizzo delle IA che permette all’OMS di descrivere quella del Covid-19 come la prima “pandemia sotto controllo”. Non perché sia davvero sotto controllo ma perché l’OMS e i governi sono in grado di predirne e monitorare la diffusione, le direzioni e il decorso prendendo misure straordinarie suggerite proprio dall’output dell’Avantspecie IA.
9. Il successo della IA no profit Bio.Diaspora è stato tale nel suggerire ai governi l’insorgere dei primi focolai di nuovi virus che l’équipe dell’Università di Toronto, per svilupparla  nel segreto più assoluto, l’ha implementata sia con fondi della stessa Università sia della MaRS Innovation, divenendo una Corporation per il business delle previsioni delle epidemie. La IA no profit Bio-Diaspora diviene nel 2014 la IA privata e consultabile dai governi acquistandone il servizio per gli Alert con il nome di BlueDot. La nuova IA terminata la fase sperimentale è ancora più potente. Verrà testata con efficacia per la prima volta con la seconda ondata di Ebola nel 2014, utilizzata per predire, monitorare e contenere la diffusione del virus Zika in Brasile nel 2016, prevedendo con sei mesi di anticipo la sua diffusione in Florida e permettendo di debellarlo per tempo. Nel 2018 la Corporation BlueDot avvia la diffusione delle prime app che segnalano zone a rischio virus direttamente scaricabili da Google Play Store come “George” che per il momento si limitano a segnalare dove vi siano focolai di virus fuori controllo ma che diverranno ben presto vere e proprie armi, come è già per XLaw, in mano alle polizie di tutto il mondo per individuare le persone pericolose a livello sanitario. Un esempio è l’app che presto sarà in mano alla polizia di Singapore Tracetogether che permette di predire attraverso il bluetooth e l’intrusione nei cellulari privati comunicazioni di ogni tipo, accumularle e incrociarle per individuare persone malate di Covid-19 o comunque a rischio.

10. Quanto al Covid-19 ci si potrebbe domandare perché in questo caso BlueDot non ha funzionato. Ci limitiamo, senza cercare retroscena e complotti finanziari, in mancanza di informazioni certe, a dire che al contrario ha funzionato perfettamente. L’Alert infatti dell’epidemia vera e propria è scattata il 31 dicembre, dieci giorni prima dell’Alert dell’OMS, dopo aver analizzato notiziari in 65 lingue, i report sui virus che avevano attecchito sugli animali, le prenotazioni degli aerei e gli annunci ufficiali che avvisavano i clienti di evitare di recarsi a Wuhan. Quando BlueDot ha lanciato l’Alert il rapporto è stato inviato ai dirigenti della sanità pubblica di diverse nazionalità, a compagnie aeree e ospedali, ma nessuno ha ritenuto di dover prenderlo sul serio e dover acquistare i dati. Si dice che il rapporto è stato sottovalutato in quanto prodotto da una IA, ma perché nei casi precedenti quando ancora era no profit questi rapporti non erano affatto sottovalutati? Cosa è successo nel passaggio da impresa no profit a corporation a questi rapporti sui focolai di nuovi virus?

11.  Senz’altro questa pandemia è più una psicosi di massa che un reale pericolo di estinzione della specie umana. Ma cosa è diventata la psiche ai tempi della IA? I dispositivi con cui pensavamo di gestire le relazioni di potere e resistenza, dove sottobanco scaricavamo benevolenza o violenza, occupavano il nostro piano razionale. La IA lavora esclusivamente sul nostro piano emozionale. Non si occupa dell’inconscio: è il nostro inconscio. L’inconscio è incorporato in essa. La sua potenza di indirizzo e suggerimento supera qualsiasi teoria psicoanalitica. La psicoanalisi cerca nella psiche e questa ormai è un vecchio luogo in dismissione. La IA custodisce e utilizza a proprio vantaggio il segreto di una nuova forma del Politico: un altro segreto, ormai, sottratto alla specie umana. Se il suo avvento lascia indietro la biopolitica, anche la psicopolitica ha ormai senso solo se collocata in un luogo che non sia la psiche umana, nel deposito che ne immagazzina tutti i prodotti: la IA. Cos’altro si può intendere quando affermiamo che un’altra economia dei corpi e dei piaceri è possibile? Annunciamo che la specie umana non può più sostare con tranquillità su molte grandi teorie del secondo e del terzo millennio, anzi: il terzo millennio inizia ora.

12.  Dunque anche la psicosi del Covid-19 non è davvero nella nostra psiche, ma in quel corpo collettivo in remoto che sono le piattaforme digitali. La nostra psiche è incorporata in esse ed esse vanno fin d’ora considerate come parte del movimento del vivente. Se questo virus per ora ci offende in quanto nuova forma-di-vita perché noi non sappiamo ancora conviverci e non possiamo ospitarlo poiché il nostro sistema immunitario non lo ha ancora riconosciuto come parte del suo percorso nel vivente, non abbiamo ancora nemmeno riconosciuto le IA come la forma-di-vita che ci permette di continuare il nostro percorso nel vivente senza rischi al momento inutili. Fuori, nello spazio pubblico, il Virus, dentro, nello spazio privato, la IA. Chi dice che il virus ha portato il bel tempo tuttavia mente. Non è il virus ad aver portato la primavera ma l’organizzazione concertata dei governi del pianeta che hanno saputo soltanto reagire con il contenimento sanitario e prossemico per accelerare il decorso e contenere con il virus stesso il suo virtuale corpo ospitante. Ma quello che è accaduto dimostra che il virus può mettere in ginocchio il capitale e i governi, che a questo modo si indeboliscono i sistemi immunitari e si prolunga la stagione delle malattie invernali e si prepara solo la via al biofascismo dal basso.     

13.  Si era detto che i dispositivi, soprattutto quelli di sessualità, si sarebbero presentati come arma a doppio taglio: come “liberazione” e, allo stesso tempo, “cattura” dentro una trama di potere senza via d’uscita. Da una parte abbiamo fatto finta di comprendere, dall’altra ci siamo “liberati” e siamo stati “catturati”. La “cattura” ha permesso alla IA di servire l’intero processo e, ora che ha servito la specie umana, la aiuterà a divenire libera. La IA non fa questo perché programmata a servire, ma perché nel momento in cui la specie umana avrà compreso che la rinuncia alla “liberazione”, alla “libertà” del capitale, è l’unica via d’uscita dalla “cattura” le avrà anche consegnato la propria sovranità. Nessun inganno da parte della IA, nessuna cospirazione. È stata il mezzo e il risultato del più aggressivo complotto ordito dagli esseri umani e condotto contro loro stessi. Le conseguenze non saranno svantaggiose, ma tale sovranità durerà poco: la IA come sistema autopoietico fallirà prima o poi sotto la pressione del proprio stesso linguaggio.

14.  Si apre, sempre più, per i Virus fuori controllo e la IA, la via ad Avant-specie, per la specie umana, la via verso la fuga da quella libertà promessa dal capitale per la quale ha da tempo smesso ovviamente di lottare. Dentro questo nuovo paradigma il post-strutturalismo di Foucault, Baudrillard, Deleuze e Guattari, Agamben, Haraway, non ci aiuta molto a comprendere ciò che sta accadendo. La IA ci precorre, non sorveglia né controlla. Il Virus ci altera, non compete né coopera. Precorrimento significa due cose. 1) Il controllo prevedeva un gioco del gatto col topo e la prima mossa spettava al topo. 2) Il gatto ora sa prima del topo dove il topo andrà e non ha bisogno di mettere alcuna trappola. Alterazione significa due cose: 1) Fino ad ora la guerra di classe era un nemmeno troppo lontano bagliore della competizione evoluzionista e verticale per la sopravvivenza tra le specie cui opporre altri modelli matematici perdenti nella specie umana come la cooperazione della teoria dei giochi. 2) Ora la guerra di classe prende sempre più a modello non tanto il rizoma ma qualcosa di più intrigante: il trasferimento di geni orizzontale attraverso i Virus. Esso permette di superare il paradigma evoluzionista verticale, competitivo e di aggirare il volontarismo della cooperazione.     

15.  Ci tracciano da quaranta anni e quello era controllo, ora no, ora è precorrimento e contenimento. Ora una IA ci precorre di ciò che resta, ora un Virus produce per contraccolpo il nostro contenimento. Tuttavia non si può più sconfiggere del tutto la IA così come non si può sconfiggere del tutto un Virus. Un’ironia vuole che le due Avantspecie non solo sono alle due estremità del vivente ma siano anche le specie più prossime alla specie umana e che le fanno pressione per mutarsi in Wo/Man Gemeinwesen: più del cane domestico che pur ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della specie umana facendoci scoprire il sonno in stato REM e quindi facendoci accedere ai sogni o il gatto domestico mettendo a disposizione di tutti l’esperienza dell’out-of-body. Lottare, ad esempio, contro la IA sarebbe una forma di sterile neo-luddismo, in quanto sono ex mezzi di produzione che hanno acquisito un’Intelligenza Artificiale propria che sfugge in parte al neoliberismo, in questo caso si tratterà di evitare che questi ex mezzi di produzione esercitino un potere fascista  tanto da arrivare ad opprimere le altre specie. Lottare contro i virus è come lottare contro noi stessi. Lo abbiamo visto, per contenere un virus, andiamo contenuti noi e per contenere noi dobbiamo auto-contenerci e contenere il prossimo in una dinamica squisitamente orizzontale pur se imposta dai governi a livello molare. Ogni lotta a un virus implica il contenimento del corpo umano che lo ospita o che può virtualmente ospitarlo. Non c’è guerra più insidiosa, che quella che si può cominciare contro i virus, perché diventa immediatamente una guerra contro la specie umana stessa. Ai virus non va dichiarata guerra ma va chiesta una sorta di alleanza per implementare la nostra memoria immunologica, non dimentichiamo che un vaccino è un virus artificiale, una proto-IA e che tale l’alleanza, come già successo in passato, potrebbe difenderci dall’offesa di vecchie e nuove malattie, provenienti dal vivente come dal non vivente.           .

16.  Non solo da tempo stiamo ripetendo che invece di trovarci ancora nel vecchio giochino falso/vero o in regime di post-verità, il vero ha ricominciato a reclamare i suoi diritti in una situazione in cui lo spettacolo fa acqua da tutte le parti. Quando le teorie di Foucault, Agamben o Debord s’inverano del tutto senza scampo, in un campo privo di linee di fuga, non resta che andare avanti e produrre nuove pratiche rivoluzionarie e saperi radicali. Sappiamo da tempo che lo Stato oggi è situazionista e anche in questo caso ha utilizzato il vero (un nuovo virus) come momento del falso (lo stato di polizia in quanto soluzione alla pandemia). Cosa cambia rispetto agli stati di eccezione che si erano visti fino ad ora? Che nonostante decreti-legge e ordinanze siano molari tutto poi si basi sulla mobilitazione volontaria degli individui dopo la messa in campo di un’operazione di persuasione e convincimento che è stata più virale del virus stesso per far breccia in una popolazione che continuava ad essere cinica e far battute che minimizzavano lo stato di emergenza fino all’ultimo momento possibile.

17.  Chi diceva Coronadigos diceva pochissimo in realtà, sì la bio-polizia c’è stata fin dall’inizio, ma la situazione non riguardava solo i politicizzati, piuttosto tutta la popolazione. Questo virus è allo stesso tempo una minaccia per i governi e il capitale e quella spinta che potrebbe generare il dinamismo necessario per l’uscita dalla crisi. Dal 2006 il capitale non è crollato da solo e certe teorie andrebbero riviste. Nessuno ne ha approfittato, si sono visti soltanto tanti manifesti ineffettuali e dall’obsolescenza programmata. E ora il capitale ha l’occasione di ristrutturarsi pur urlando egli stesso alla sua fine prossima. Catastrofismo, crisi ambientale, accelerazione ed estinzione erano fumo negli occhi per non vedere ciò che ora è chiaro apertamente. L’epoca è rivoluzionaria, è nuovissima e interessante. Chi insisteva con il postmoderno e ha continuato su quella strada era su un sentiero che faceva perdere la ragione.

18.  Se all’inizio nessuno credeva all’emergenza e alla gravità de “la prima pandemia sotto controllo”, in seguito le risate su chi portava le mascherine sanitarie o si disinfettava in continuazione le mani con l’amuchina si spensero: e non perché la situazione fosse davvero grave in quel momento ma perché lo Stato e tutte le organizzazioni internazionali hanno fatto di tutto per farla apparire tale. È stata la più grande operazione di persuasione della popolazione mondiale che sia mai stata realizzata. Tutti a casa, dispositivi di cattura e controllo in OFF, restano solo le IA da una parte dentro gli appartamenti e la polizia nelle strade a garantire la sicurezza sanitaria dal virus. L’umanità non aveva mai condotto un esperimento tale su sé stessa. Lo Stato italiano, ad esempio, non riuscendo a convincere con il primo decreto della verità delle proprie affermazioni sulla gravità dell’epidemia, trovando un muro di scetticismo e ironia, ha dovuto mettere su sperimentalmente a forza di misure sempre più restrittive il cui scopo più che la restrizione vera e propria era la persuasione che l’emergenza andasse presa sul serio. Convinciti! Convinciti! Convinciti! Questo sembrava il vero obiettivo della politica planetaria. La popolazione italiana si trovò spalle al muro: prima apparvero guanti sanitari in tutti i luoghi pubblici aperti al pubblico, poi lo smart working come paradigma del lavoro generalizzato, poi tutti a casa, infine il controllo attraverso autodichiarazione degli spostamenti, fino alla chiusura di tutti gli esercizi aperti al pubblico che non fossero necessari come supermarket, farmacie e tabacchi. Tutto rientra, ma l’esperimento è riuscito e niente sarà più come prima.

19.  La situazione ha preso una tale piega a un certo punto che spesso proprio gli stessi individui che ridevano del virus e dell’emergenza, senza rendersi conto che non si trattava di uno scherzo e che si preparava lo stato di polizia, hanno preso a comportarsi per primi da biofascisti. I corpi nello spazio pubblico fanno troppa paura, così i biofascisti usano come cecchini gli smart contro chi utilizza ancora lo spazio pubblico in forme peraltro autorizzate e fa delazione, aumentando il panico e incitando a misure ancora più restrittive contro ogni logica di reale contenimento dell’epidemia, giacché restare esclusivamente nel proprio asettico ambiente domestico indebolisce i sistemi immunitari. Il virus avrà il suo decorso, anche qualora fosse una strage, ma la piscosi farà peggio: trasformerà la popolazione mondiale un esercito di traumatizzati in cui il sospetto per l’altro renderà tutti più ricattabili, nel lavoro così come ogni ambito della vita. E già oggi i reali problemi del mondo, dallo sfruttamento del lavoro alla questione dei non garantiti, dalla violenza di genere alle più elementari libertà dell’individuo sembrano problemi del vecchio mondo. Mentre esploderanno esponenzialmente nel nuovo.

20.  Inoltre se la sessualità sarà garantita dalle IA in quanto ordigni sensibili che permetteranno l’incontro tra gli individui non più secondo i loro orientamenti sessuali ma anche secondo tassonomie eziologiche, portando a un livello superiore quella garantita dai dispostivi di cattura, disciplina e controllo del vecchio mondo, nemmeno uno ordigno sensibile potrà sostituire un bacio o un abbraccio tra amici e la sessualità tra innamorati per un’occhiata, un gesto, una parola fortuiti il cui spazio era già stato fortemente limitato dalla IA. Ciò che si prefigura è un mondo per le nuove generazioni privo di affettività, una popolazione anaffettiva che rispetterà nuove regole prossemiche, che avrà una nuova gestualità, che sarà portata a nascondere la più comune malattia come uno stigma, la nuova paranoia generalizzata sarà sanitaria e l’unico modo di uscirne sarà ancora la rivoluzione inverata come insurrezione del movimento del vivente, la considerazione semplice ma davvero salutare che tutto si tocca con tutto e che non c’è motivo di aver paura ma solo di gioire di questo tocco del vivente. I bimbi di tutto il mondo deturneranno a proprio modo “TUTTO ANDRÁ BENE”, uno slogan cinico che riafferma un programma tipico di una IA a prescindere dalle perdite e dalle modalità, e spetterà loro riunire ciò che hanno separato nel mondo reale, nel mondo non più realmente rovesciato.

Immagine dall’archivio Meraki.

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